Teatro

Stefania Fratepietro: da 'Grease' a 'Cats', la ricchezza di nuove esperienze

Stefania Fratepietro: da 'Grease' a 'Cats', la ricchezza di nuove esperienze

Poche ore dopo il debutto nazionale, al Sistina di Roma, della versione italiana del musical Cats, Teatro.Org ha raggiunto telefonicamente Stefania Fratepietro, che nello spettacolo interpreta il ruolo della gatta Jennytutt-a-pois. Quello di Stefania è un gradito ritorno nella Compagnia della Rancia e sotto la guida di Saverio Marconi, dopo le sue prime esperienze in musical come Grease (versione con Lorella Cuccarini e Giampiero Ingrassia, n.d.r.) e Hello Dolly. In questa intervista parla a ruota libera, non solo di questo spettacolo, ma anche di altri progetti che la vedono coinvolta. Come è cominciata l’avventura di Cats? C’è stato un workshop di una decina di giorni nel mese di luglio, durante il quale abbiamo conosciuto tutto il team creativo e ci è stata spiegata la struttura dello spettacolo. A settembre ci siamo rivisti a Fermo, dove abbiamo cominciato l’allestimento, consapevoli della grande aspettative da parte del pubblico, A eccezione delle musiche, lo spettacolo è totalmente inedito: dalle scenografie ai costumi, le maschere, il trucco, le coreografie. Durante le preview a Fermo, Udine, Brescia, Alessandria, abbiamo avuto una accoglienza molto calorosa dal pubblico, i biglietti sono andati e ruba e speriamo che si continui così per tutta la durata del tour, fino ad aprile. Come vive un artista un periodo come questo, pieno di numerose audizioni per produzioni molto importanti? Questo è un anno molto importante, perché in giro il pubblico vedrà tre spettacoli che all’estero hanno avuto tutti un grosso successo. Io invito il pubblico ad andare a vedere tutti questi spettacoli – oltre a Cats mi riferisco a La Bella e la Bestia e We will rock you – perché sono completamente diversi nel loro genere. Noi artisti ci siamo avvicinati agli spettacoli che sentivamo più “noatri”, dando il meglio di noi stessi durante le audizioni e cercando di andare incontro anche alle esigenze di chi ti scrittura. I provini di Cats sono stati molto specifici, dopo la prima scrematura i selezionatori avevano le idee molto chiare: ai call-back, su mille persone che si erano presentate ai provini, eravamo nemmeno 60, per un cast di circa 25 persone. Guardando lo spettacolo, si ha l’impressione che il personaggio che interpreti – la gatta Jennytutt-a-pois – assuma di tanto in tanto il ruolo di “narratrice” di ciò che accade sul palcoscenico… Jennytutt-a-pois è una tra le gatte più “anziane”, è molto accogliente, solare, è molto materna nei confronti delle gattine più piccole e più giocherellona con la sua amica Jellylora, che ha la sua stessa età. Nella tua carriera hai affrontato ruoli e partecipato a diverse produzioni (la prima edizione di “Fame”, “Il conte di Montecristo – Il musical”, “La Divina Commedia – L’Opera”…) e parallelamente porti avanti la tua esperienza all’interno del quartetto ALL4M. Qual è il vantaggio di trovarsi di fronte a esperienze professionali sempre così differenti? Ogni esperienza ti regala tantissimo. Io ho iniziato proprio con la Rancia (il primo Grease con Lorella Cuccarini; Hello Dolly con Loretta Goggi). In seguito, la voglia di imparare da più persone e di fare esperienze diverse –ho perfino dato la voce a Geronimo Stilton! – mi ha portato a lavorare con molti registi, da Marconi a Gino Landi, passando per Massimo Venturiello. Il Quartetto è una famiglia “ristretta”: siamo quattro artisti e quattro amici, facciamo cose che ci piacciono. Da Grease a Cats: come è cambiata la Compagnia della Rancia? Sono ritornata praticamente dopo 10 anni e devo dire che il calore è sempre lo stesso. Anzi, trovo Saverio Marconi molto sereno e tranquillo nel affrontare questo allestimento ed è quello che ha trasmesso a tutte le persone coinvolte. Ho di nuovo incontrato vecchi amici e molti colleghi con i quali non lavoravo da anni, è stato un ritorno felice. Mi ha chiamato personalmente Saverio per comunicarmi che ero stata presa per la parte di Jennytutt-a-pois e mi sono sentita felicissima! Un commento su maschere e costumi… Cats è uno spettacolo difficile, richiede una cura particolare sotto molti aspetti. Le maschere sono preziose perché senza di esse non si va in scena! Non è comodissima, è completamente chiusa, hai solo gli occhi e la bocca scoperti, per cui si sente un senso di “soffocamento”; si aggiungono anche i costumi, nei quali si suda parecchio! Bisogna abituarcisi, insomma!